La carne: quanta e quale mangiare?
6 GIUGNO 2019

Sappiamo tutti che la carne ha indubbiamente molti benefici: è ricca di proteine di facile assorbimento e di elevato valore biologico, è ricca di creatina che stimola l'aumento di energia dell’organismo, ma tra i nutrizionisti la diatriba è sempre aperta: la carne fa male o fa bene?

Se amiamo la carne quante volte alla settimana è bene consumarla?

I nostri nonni dicevano: “mangia la carne che fa sangue”, e nella loro semplicità avevano in parte ragione: la carne contiene grandi quantità di ferro e svolge per questo una funzione antianemica. Le carni rosse contengono leggermente più ferro di quelle bianche, e la carne di cavallo ne contiene fino al 50% in più delle altre.

Oltre al ferro, la carne contiene altri minerali, in particolare sodio, potassio e zinco (quest’ultimo promuove la sintesi di testosterone), ma non contiene calcio ed è quasi priva di carboidrati, perché durante i procedimenti di macellazione, di frollatura e di cottura, il glicogeno contenuto nelle parti muscolari viene degradato ad acido lattico, di cui le carni sono ricche.

Non dobbiamo poi dimenticare la presenza nella carne, sia rossa che bianca, di creatina e di aminoacidi essenziali, cioè quelli che non siamo in grado di produrre autonomamente ma che dobbiamo introdurre con la dieta.

La creatina stimola sia l’aumento di energia dell’organismo, sia lo sviluppo della massa muscolare, perché è ricca di CLA (acido linoleico coniugato), un acido grasso polinsaturo capace di modificare la composizione corporea favorendo sia l’aumento di massa muscolare, sia la perdita di grasso. Attenzione, però: il CLA si forma in quantità adeguata solo in animali che sono liberi di pascolare.

Abbiamo visto i benefici; ma allora quali sono gli aspetti negativi del consumo di carne sul nostro organismo?

Studi recenti hanno dimostrato che le proteine della carne possono essere sostituite senza alcun problema da quelle vegetali, attraverso l’associazione di legumi e cereali integrali e l’Organizzazione mondiale della Salute ha classificato come cancerogene le carni trattate con salature, fermentazione e affumicatura (insaccati, prosciutti, hamburger wurstel, salsicce, pancetta, carne in scatola, ecc.), mentre la carne rossa è stata classificata “potenzialmente cancerogena” , non escludendo però che i casi di cancro riscontrato in realtà possano essere influenzati anche da altri fattori come per esempio la cottura alla griglia.

Personalmente ritengo che, come ogni scelta, anche questa debba essere mediata dal buon senso.

Nel nostro Paese, dove è abitudine consumare spesso un primo e un secondo, mediamente si fa uso di carne da 10 a 14 volte alla settimana. Una follia dal punto di vista nutrizionale, ma anche in termini di sostenibilità ambientale, visto l’impatto che esercitano sull’ambiente gli allevamenti intensivi.

Credo che se si arrivasse a consumare da una a due volte alla settimana la carne rossa e da due a tre volte alla settimana la carne bianca potremmo dire di aver raggiunto l’obiettivo sia per quanto riguarda la salute che per quanto riguarda l’ambiente.

Quindi: via libera al consumo di carne, non più di quattro volte a settimana, preferibilmente a cena e accompagnata da un abbondante piatto di verdura di stagione.

Un caro saluto a tutti e buon appetito.

Dott. Paolo Paganelli


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